Napoli antica E le sue origini

Castel dell'Ovo

Castel dell’Ovo sorge sull’imponente isolotto di tufo, Megaride, costituito da due faraglioni uniti tra loro da un arco naturale.

La storia del castello risale alla metà del VII secolo a.C., quando sull’isolotto sbarcarono i Cumani, di origine greco-euboica, fondatori di Partenope sul retrostante Monte Echia, che incorporò un centro abitato più antico identificato, in seguito, come Palepolis (città antica). Durante la dominazione romana, sull’isolotto e sul Monte Echia, fu costruita la villa, o Castrum Lucullanum, del patrizio Lucio Licinio Lucullo (I sec. a. C.) che si estendeva con parchi e fontane dalla collina di Pizzofalcone fino all’attuale Piazza Municipio. Durante il periodo medievale fu fortificato dagli stessi napoletani per far fronte alle invasioni barbariche e fu poi ricostruito nel periodo aragonese (XV sec.).

L’origine del suo nome curioso è legato ad una delle più fantasiose leggende napoletane, di origine medioevale, secondo la quale Virgilio, il grande poeta latino, vi avrebbe nascosto all’interno di una gabbia un uovo incantato. Questo sarebbe stato sistemato, dal poeta “mago”, in una caraffa di vetro piena d’acqua protetta da una gabbia di ferro ed appesa ad una pesante trave di quercia e sistemata in una camera situata nei sotterranei del castello. Finora ancora nessuno ha trovato l’uovo…. Infatti il luogo dove era conservato fu tenuto segreto poiché da “quell’uovo pendevano tutti li fatti e la fortuna del Castel Marino” (com’era chiamato prima il castello).
Nei pressi del Castelnuovo (Maschio Angioino) durante gli scavi della metropolitana di Napoli sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici attribuibili a diverse epoche della città partenopea. Collocabili nell'epoca preistorica, greca, romana, bizantina, medievale e aragonese, i reperti sono esposti all'interno della Stazione Neapolis, un piccolo ambiente museale facente parte del complesso del Museo archeologico nazionale di Napoli. La maggior parte dei reperti sono stati portati alla luce negli scavi delle stazioni di Toledo, Municipio, Università e Duomo.
Gymnasium di Piazza Nicola Amore

Il sito archeologico, di grandissima importanza, sarà visibile alla città non solo perché sarà inglobato nella stazione in costruzione, ma anche perché sarà coperto da una bolla esterna in vetro e metallo, progettata dallo stesso architetto della stazione Massimiliano Fuksas e collocata quasi al centro della piazza.

Inoltre sono state rinvenute diverse sculture tra le quali una testa marmorea che in principio si è pensato essere quella dell'imperatore Nerone o quella di Germanico. Dopo ulteriori studi si è giunti alla conclusione che la testa rappresenti Nerone Cesare, figlio di Germanico e fratello di Caligola.

Elenco immagini

  1. Statua del dio Nilo
  2. Ignoto (XV sec.), Veduta del Castel dell'Ovo e di Monte Echia
  3. Castel dell'Ovo
  4. Scavi della metropolitana di Napoli
  5. Gymnasium piazza Nicola Amore
  6. Testa di Germanico

Raffaele Cerra, I LICEO CLASSICO

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